Rappresenta uno dei presidi medico-fisici più utilizzati ed efficaci nel trattamento della linfostasi degli arti e delle patologie ad essa correlate, come ad esempio la linfangite acuta. Nel trattamento cronico viene spesso sostituito dalle calze elasto-compressive (più facilmente “gestibili” dal paziente), che svolgono una funzione del tutto simile al bendaggio, soprattutto in relazione alla loro azione fisica compressiva, ma che non possono, anche se ordinate “su misura”, avere la stessa plasticità ed efficacia del bendaggio confezionato giornalmente. Proprio per questo motivo, alcuni medici e fisioterapisti insegnano ai propri pazienti come eseguire un bendaggio corretto e funzionale in modo da poterlo ripetere anche al proprio domicilio, magari in associazione ad un linfodrenaggio meccanico domiciliare.
Il bendaggio del linfedema viene definito “elasto-funzionale” perché deve permettere all’arto di muoversi comodamente ed aiutare così, nello stesso tempo ed in maniera atraumatica, la funzione drenante fisico-elastica del bendaggio stesso. Esistono moltissimi modi e tecniche per confezionarlo, solitamente si consiglia una tecnica multistrato dove ad un primo strato di gomma piuma o cotone di Germania, con funzione protettiva ed eventualmente rimodellante, vengono sovrapposti diversi strati di bende elastiche (nella maggior parte dei casi “short stretch”,
cioè “a corta estensibilità”), che permettono di modulare l’azione compressiva.
Nella terapia della linfangite acuta, al bendaggio elasto-funzionale classico, può essere associato l’utilizzo di bende all’ossido di zinco ed eventuali preparazioni farmacologiche antibiotico-cortisoniche in crema o pomata.