La fuga dei medici dalle strutture pubbliche

Breve documento sulla salute e sullo stile di vita sana a cura del Prof. Giuseppe Botta

La notizia riportata dal quotidiano romano, il Messaggero, secondo cui si stanno avendo circa 10 licenziamenti al giorno di medici dipendenti delle strutture pubbliche, è sicuramente di grande impatto. Secondo i calcoli fatti dal sindacato Anaao-Assomed 21.000 medici hanno lasciato gli ospedali italiani tra il 2019 e il 2021. E’ vero che più di 12.500 dottori hanno lasciato i nosocomi per la pensione, ma è anche vero che circa 8.000 medici hanno lasciato gli ospedali licenziandosi, senza peraltro una chiara scelta geografica che permetta di comprendere meglio il fenomeno. La scelta è infatti diffusa, simile in Sicilia e in Calabria, come in Liguria e in Lombardia. C’è chi lascia il lavoro nelle corsie degli Ospedali per andare nel settore privato, c’è chi si trasferisce all’estero, c’è chi modifica profondamente la propria attività per andare nel territorio a svolgere il compito di medico di medicina generale. Quale che sia la causa del fenomeno, rimane una triste realtà: in Italia si sta assistendo ad un vero e proprio esodo dalle corsie, senza peraltro che ci sia un adeguato ricambio generazionale.
Cosa dire o meglio quale riflessione trarre da questa notizia? Poiché non possiamo essere certi di stare sempre in buona salute, l’auspicio è di superare indenni questo periodo, confidando nella volontà dei nostri governanti di arrivare alla soluzione della problematica esposta o con un congruo aumento delle risorse umane o con un immediato aumento delle risorse economiche, che faccia da “calamita” per attrarre e mantenere al lavoro nelle corsie degli ospedali i camici bianchi, siano essi giovani o meno giovani.