La convinzione che l’acqua di rubinetto ricca di calcio possa contribuire alla formazione dei calcoli renali è molto radicata nella popolazione, ma è un falso mito, perché la formazione dei calcoli è legata al metabolismo degli ossalati e degli urati, che derivano dagli alimenti, non dall’acqua. Come spiega all’Adnkronos Salute il dottor Luca Lucentini, Direttore del Centro Nazionale per la sicurezza delle acque dell’Istituto Superiore di Sanità, tutte le acque potabili, sia da rubinetto che in bottiglia, sono controllate e possono essere bevute con sicurezza, ma nessuna di esse presenta indicazioni terapeutiche specifiche sulla salute umana. La scelta dell’acqua da bere è, dunque, essenzialmente una questione di gusto. L’acqua potabile è un diritto fondamentale dell’umanità che deve essere garantito in quantità, qualità e prezzi accessibili a tutta la popolazione, mentre le acque minerali in bottiglia sono un bene di consumo legato a regole di mercato. L’unico consiglio valido è quello di bere almeno 2 litri di acqua al giorno, quantità che va declinata a seconda della forma fisica della persona, della temperatura esterna e dell’età del soggetto. Dunque, bere regolarmente e quotidianamente è fondamentale per la salute di ciascuno di Noi e non ci sono controindicazioni a questa convincente asserzione.